LA FRANCIA DI MAZZARINO 


(Per lunedì 20 gennaio)
Tra 1642 e 1643 la morte ravvicinata del primo ministro, il cardinale Richelieu, e del sovrano di casa Borbone, Luigi XIII, aveva lasciato il regno più popoloso d’Europa nelle mani di un bambino, Luigi XIV. È pur vero che durante la reggenza della madre, Anna d’Austria, il timone del governo era stato retto saldamente dal nuovo primo ministro, lui stesso un cardinale, l’italiano Giulio Mazzarino. E che proprio Mazzarino aveva potuto intestarsi, nel 1648, il merito dei successi politico-diplomatici ottenuti dai francesi con i trattati di Westfalia: l’acquisizione territoriale dell’Alsazia e, in generale, il ridimensionamento degli Asburgo.
Ma nel corso di quel medesimo 1648, emersero nelle campagne le tensioni provocate dall’aumento del prelievo fiscale in coincidenza con l’impegno francese nella guerra dei Trent’anni, ed emerse a Parigi l’insoddisfazione dei ceti privilegiati verso la politica accentratrice di Mazzarino.

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